Con cadenza almeno settimanale, incrocio status di imprenditori che si lamentano dei giovani candidati, dei loro CV o dei loro colloqui.
Riscuotono sempre grande successo, a colpi di commenti su quanto i giovani d’oggi siano svogliati, maleducati, scarsi, senza esperienza. Poi va alla grande anche la proposta di reintrodurre il servizio militare obbligatorio.
Me ne lamentavo ieri sui social. Se c’è una cosa che dobbiamo accettare, è che dall’alba dei tempi gli adulti si lamentano dei giovani. E sembra sempre che stia per finire tutto, che nel nostro presente sia davvero diverso. :)
Se vi servono un po’ di prove a riguardo, Stefano Toniato, mattiniero della 6am, mi ha fatto scoprire questo simpatico e breve articolo dell’Internazionale. Ne cito una parte:
Socrate, scomparso nel 399 a.C., affermava: “La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, se ne infischia dell’autorità e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi d’oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente, rispondono male ai loro genitori”.
Un altro amico ha commentato il mio status su Facebook citando queste parole rinvenute su un’incisione su un vaso di argilla dell’antica Babilonia, 3000 a.C.:
“Questa gioventù è marcia nel profondo del cuore. I giovani sono maligni e pigri, non saranno mai come la gioventù di una volta; quelli di oggi non saranno capaci di mantenere la nostra cultura.”
Buona giornata, e portate pazienza con i ragazzi!
Francesco
*6am del 10 giungo 2021
Penso che chi si lamenta dei giovani lo faccia in massima parte per due ragioni:
° Non riesce a comunicare con loro efficacemente (questo sovente deriva dal fatto che non li frequenta con il giusto grado di onestà intellettuale)
° Non apprezza o valorizza il senso di cambiamento che questi portano in azienda e nella vita di tutti i giorni.
Socrate è stato il precursore del loro lamento; gli altri si sono accodati... :-))
Fantastico, parole sante...lo ripeto sempre ai ragazzi della scuola dove insegno, nelle mie lezioni introduttive di Educazione civica.