Segnalo un post di Federico Sbandi che riporto qui sotto, sull’annoso tema del sovraccarico di lavoro, quello permanente.
“Chi è stanco lo vedi subito. Non mi riferisco a chi è stanco ogni tanto, che fa parte del gioco perché tutti in azienda hanno momenti di picco in cui bisogna spingere di più. Parlo di chi è perennemente indietro su tutto.
Un dipendente sempre stanco:
Ha meno energia creativa, dunque propone poche idee nuove.
Ha meno entusiasmo, dunque non ha modo di elevare lo spirito di un team di lavoro.
Ha meno possibilità di curare i dettagli, perché a malapena riesce a gestire gli aspetti in superficie.
Ha meno vicinanza rispetto ai clienti, perché ogni nuovo progetto rappresenta fonte di ansia per via del poco tempo.
Ha più voglia di cambiare lavoro, perché quello attuale sembra schiacciarlo.
Nel fare questo post non mi rivolgo ai lavoratori stessi. Chi rimane intrappolato in una meccanica lavorativa estenuante spesso non se ne rende conto, pensa che sia normale. Mi rivolgo a chi, i dipendenti, li gestisce. A chi determina quanto far crescere il business e a quanto personale arruolare per rendere possibile la crescita di quello stesso business.
Tradotto, mi rivolgo ai responsabili delle aziende e alle risorse umane. Spremere le persone non funziona.
Significa soprattutto due cose. Che non abbiamo imparato nulla dagli ultimi due anni di Covid. Che non avete fatto bene i calcoli, perché sul lungo termine si perdono idee, clienti e dipendenti.”
Buona giornata!
Francesco