A volte sottovalutiamo l’importanza di pranzare insieme ai colleghi (in via più leggera anche delle pause caffè/sigaretta). Non è solo una pausa dal lavoro, ma un momento di connessione umana e professionale.
È lì che spesso nascono/si rafforzano i legami, si comprende meglio la cultura aziendale e si condividono aggiornamenti informali che spesso si rivelano preziosi anche per il business.
Durante questi momenti, le gerarchie si attenuano, le conversazioni fluiscono in modo più naturale e le idee circolano liberamente. Spesso le soluzioni ai problemi nascono proprio lì, tra una forchettata e l’altra, senza un’agenda da rispettare.
E forse è proprio questo uno degli aspetti più deboli dello smart working: la perdita di questi spazi non strutturati, ma straordinariamente utili.
In smart si rischia di perdere il “non detto” e la possibilità di rafforzare le relazioni.
Forse, più che preoccuparci di replicare online le riunioni formali o di cosa fanno le persone a casa, dovremmo chiederci come possiamo ricreare, anche a distanza, questi momenti informali. :)
Buon weekend!
Francesco
d'accordo, ma non lo metterei necessariamente in relazione/contrapposizione con lo smart working. il nocciolo è come sono i colleghi. se il gruppo di lavoro è simpatico ed empatico , il tempo si trova per tutto (pranzi, aperitivi, persino il karaoke, persino nei giorni in cui non si viene in ufficio o anzi magari vengo apposta per quello). se il gruppo di lavoro non è simpatico nè empatico, abbiamo sperimentato che puoi stare anche in ufficio tutti i giorni vicinivicini per 20 anni e pranzare insieme sempre ma purtroppo serve a poco.