Oggi prendo a prestito una bella riflessione di Enrico Nunnari, mattiniero della 6am, che ho letto su LinkedIn.
“Negli ultimi mesi ho sentito molto il desiderio di mettere a terra per iscritto la differenza tra l’essere Diego Maradona e Giovanni Di Lorenzo.
“Quella risorsa è molto valida ma ha poco carisma per guidarne altre”, ho sentito dire negli anni in alcune aziende.
Immaginiamo sempre il leader come il carismatico che tiene da solo la scena. Il manager o il campione che tutti seguono estasiasti sin da quando entra in campo (o in un Google Meet ma il paragone è indecoroso…), aspettando il colpo ad effetto che convinca tutti. La follia. L’estro al servizio del successo. Il “da grande vorrei essere lui”.
Quel leader era Diego. E i primi due scudetti del Napoli sono KPIs che reggono da soli la storia.
Oggi nessuno direbbe “da grande voglio essere Giovanni” ma capitan Di Lorenzo il terzo scudetto a Napoli lo ha portato comunque, guidando squadra e città nel delicatissimo modo in cui doveva. Un leader silenzioso, umile, poco scenografico. Sudore e tacchetti affondati nell'erba in mezzo alla classe di Kvaratskhelia e la potenza di Osimhen. Calmando un ambiente che nei mesi diventava sempre più incandescente con una comunicazione serena e una costanza di gioco incredibile.
La domanda è: si può essere leader anche così?
Spesso non abbiamo chiara la differenza tra “carisma” e “leadership”. Si può essere carismatici e non saper guidare, così come vale il contrario. Diego era carismatico e vinceva da solo, Giovanni forse lo è meno e sicuramente da solo non vincerebbe. Entrambi però sono i leader che hanno guidato un popolo.
Allora la risposta credo sia nel compito che il leader deve assolvere. Il primo compito del leader non è comandare ma servire; la squadra nella fattispecie, sportiva o aziendale. Se le squadre sono diverse, verosimilmente cambierà anche la leadership richiesta. Siamo fatti per intrecciare relazioni, avere nostre identità personali ma saper coesistere insieme.
Diego e Giovanni forse non se lo aspettavano ma lo hanno compreso lo stesso.“
Buona giornata!
Francesco