In vacanza mi sono letto Il calamaro gigante di Fabio Genovesi. Che dire? Libro super. Scorrevole e originale, ironia a palate e riflessioni non banali. Con le sue 140 pagine è un'ottima opzione da spiaggia.
Ringrazio Nicolò Lovat per l’ennesimo ottimo consiglio e vi riporto un passaggio che ho trovato brillante e che mi sono appuntato per una 6am:
“[…] eccola la parola assassina: ormai. Lei non passa mai di moda, e ora come allora serve a non partire, non fare, non provare mai a cambiare le cose intorno a noi. È una parola corta, ma basta a riempire una vita di scontento, giorno dopo giorno fino all'ultimo, raccontandoci che per essere felici è troppo tardi, ormai.
Quante volte ci lamentiamo del lavoro, delle scelte, di mariti e mogli, fidanzati o compagni e insomma della vita tutta intorno e addosso a noi. E diciamo scemenze tipo che l'infanzia era l'età più bella, la più libera e spensierata. Ma non è mica vero: come può essere libera, un'età in cui per fare qualsiasi cosa devi chiedere il permesso a genitori, familiari, maestri, catechisti e adulti in generale? È quando diventi grande che sei libero davvero, non devi obbedire a nessuno, e disegnare la tua vita spetta a te. Solo che ce la disegniamo da schifo.
Da bambini abbiamo un sacco di sogni, ma ce li teniamo dentro perché è troppo presto, in attesa di diventare adulti e realizzarli. Poi però cresciamo, e decidiamo che i sogni sono roba da bambini, e al posto di quelli ci riempiamo i giorni di obblighi e doveri e altra roba che non ci piace e non ci fa felici, e vorremmo cambiare ma non cambiamo nulla di nulla, perché è troppo tardi, ormai.
La fregatura è proprio questa, che tra il troppo presto e il troppo tardi dovrebbe esserci un lungo tempo giusto, libero e luminoso per fare quel che vogliamo, però nessuno lo trova mai.
Troviamo invece un sacco di scuse: siamo troppo giovani, o troppo vecchi, oppure siamo sfortunati, diversi, siamo nati nel posto sbagliato. O magari sono gli altri che sono cattivi, sono invidiosi, sono raccomandati, sono... sono tutte scuse, che ci raccontiamo per non fare nulla.”
E poi chiude la riflessione con questo ragionamento che mi ha fatto molto sorridere e che non fa una piega :)
“E io non ho niente contro le scuse, anzi, le amo. Sono preziose quando le usi con gli altri, per evitare cene noiose, ritrovi di parenti, riunioni di condominio e altri inaccettabili furti di vita. Ma che senso hanno le scuse, se le raccontiamo a noi stessi per non essere felici?”
Buona giornata!
Francesco
Ps. Cartolina ricordo sotto l’ombrellone 🥲
Grazie dello spunto, bellissimo.
Ne parlavamo proprio anche noi con le amiche in questi giorni di vacanza, quando proprio io, che non ho nemmeno 40anni ma ci sono quasi vicina, mi fermi all"ormai e ne soffra, però.
Grazie davvero , serviva questa 6 am.. e Ben- tornato ! :)
bellissima... sicuramente seguirò il suggerimento di lettura...
mi ha ricordato che proprio ieri parlavo con un amico che fa l'idraulico e ha presentato sabato scorso un suo libro di poesie con alcune foto di suoi quadri...
gli ho chiesto "ma dopo 10-12 ore come idraulico, dove la trovi la forza per tutto quello che fai?" e lui mi ha risposto "vedi, è una questione di scelte, puoi scegliere di essere, di non essere o di 'voler essere', io ho scelto di 'voler essere' e così continuo in questa ricerca"
52 anni, guai a dirgli "ormai" :-)