Ma siamo sicuri che grandi gruppi di lavoro orizzontali e democratici siano la soluzione migliore per un ambiente di lavoro sano ed equo? La gerarchia ha i suoi benefici.
Sul sul tema ha scritto una bella riflessione Enrico Nunnari, managing director in Spencer & Lewis e mattiniero della 6am:
«Ho trovato un'immagine stupenda di StackOverflow che spiega come, ogniqualvolta aggiungiamo una persona nel nostro team (e si spera di farlo spesso, segno che si sta crescendo), le linee di comunicazione diventano più complesse.
Giusto per fare un esempio: un team di 10 persone ha 45 linee di comunicazione! Avete mai provato ad organizzare una video-call senza mediazione?
Quindi, tornando alla domanda iniziale: quanti rapporti diretti dobbiamo avere?
Non ho la risposta a questa domanda perché ogni organizzazione fa storia a sé ma sicuramente credo che abbiamo bisogno di formare nuovi leader. Facendo leva sui punti di forza e dando una mano sui punti di miglioria, possiamo ottenere solo maggiore efficienza e soprattutto confidenza. Facendo crescere nuovi leader segniamo una doppietta bellissima:
1. Fermiamo quelle intasate linee di comunicazione facendo gemmare tanti micro-team nei team.
2. Creiamo percorsi di crescita. Che siano "manager", "team lead", "head" o "director", diamo una prospettiva concreta a chi vuole fare carriera. 20 persone sullo stesso livello guidate direttamente solo da una, difficilmente invece la vedranno (e più facilmente prima o poi andranno via).
Team responsabilizzati, colleghi felici, maggiore efficienza. Impariamo a lasciare andare un po' di controllo... che poi è anche il modo per avercelo veramente.»
Buona giornata!
Francesco
L'assunzione che ogni persona del team abbia un ruolo paritetico e che debba avere una relazione di comunicazione con tutti è lontanissima dalla mia esperienza personale.