Condivido un post di Riccardo Pittis che ho incrociato su Facebook e ho trovato molto vero:
“Questo è il titolo che nei miei speech riservo all’argomento alibi e scuse, un gioco di parole che vuole sottolineare la differenza tra coloro che sono abili nel dare risposte (respons-abili) e chi invece da alibi come risposte (respons-alibi).
Davanti ad un errore, una sconfitta, un fallimento, è raro trovare una persona che ammetta e si assuma la responsabilità dell’accaduto, mentre è molto più facile incontrare chi incolpa il traffico, il proprio capo, la crisi, il compagno di squadra e tutto ciò che non sia sé stesso/a.
È una sorta di protezione più o meno inconscia che molti (tutti?) utilizzano per preservare il proprio ego dall’essere “ferito” e non dover subire un colpo negativo alla propria autostima.
Scaricare la responsabilità su qualcos’altro o, peggio, su qualcun altro, ti farà anche stare bene al momento, ma sarà la causa della tua stagnazione e di conseguenza di frustrazioni ed insoddisfazioni future.
Continuerai a chiamare i tuoi insuccessi sfortuna o destino, senza renderti conto che ne sei tu il principale artefice.
Il primo passo che ho fatto è stato smetterla di sentirmi in colpa quando sbagliavo. Così facendo, ho avuto meno bisogno di giustificarmi con me stesso e con il resto del mondo e quindi di cercare scuse.
Il secondo passo è stato l’accettazione. Accettare di essere fallibili, per quanto possa apparire banale come concetto, è il passaggio fondamentale per accedere al livello superiore, quello dell’apprendimento.
Il fallimento è un’esperienza e non un fallimento.
Vinci e festeggia, perdi e impara.
L’ultimo passaggio è l’assunzione di responsabilità. Nel momento in cui prendi consapevolezza che dipende da te, acquisisci un potere enorme che ti permette di influire sulla tua vita in maniera determinante, anziché essere in balia di eventi o persone che non puoi controllare.”
Buona giornata!
Francesco