Ieri ho letto un articolo de Il Post dal titolo Come essere brave persone senza irritare gli altri. Riporto tre passaggi che ho trovato interessanti e veri anche nel mondo del lavoro.
Prima di iniziare, una definizione di ribelli morali: le persone che per ragioni etiche agiscono diversamente da quanto suggerito dalle norme comportamentali prevalenti.
I ribelli morali tendono a ricordarti le tue incongruenze, il che può essere molto doloroso perché può indurti a concludere che dopotutto non sei una brava persona, una persona virtuosa. Parole di Claire Brouwer, ricercatrice dell’Università Pompeu Fabra.
A questo si aggiunge l’osservazione di Jan-Willem Bolderdijk, dell’Università di Groningen:
Il fatto che le persone reagiscano negativamente non significa che tu non abbia influenza, significa che hai toccato un nervo scoperto.
Dal momento che le persone tendono ad affrontare più facilmente le proprie incongruenze morali quando reputano sé stesse in grado di migliorare, come sostiene lo studio, è più utile da parte dei ribelli morali rafforzare questa fiducia. Uno dei modi per farlo è descrivere i propri comportamenti come il risultato di un processo in corso, fatto di piccoli successi ed esposto al rischio di regressioni e imperfezioni, e non come una trasformazione irreversibile avvenuta nel giro di una notte. Sottolineare l’importanza dei passaggi incrementali, ha detto Brouwer, potrebbe convincere gli altri che il cambiamento è raggiungibile.
Buon weekend!
Francesco
Grazie Francesco,
ora capisco determinate reazioni quando, qualche volta ,dissento dalla visione dei colleghi/amici/conoscenti o rilascio feedback che non sono (temo) come se li aspettava il destinatario.